Il leader di Forza Italia presenta alcune proposte del programma elettorale basato «sulla guerra a tre tipi di oppressione: fiscale, burocratica e giudiziaria»
Parte la campagna elettorale e Silvio Berlusconi è il primo a proporre ai cittadini alcune idee per il futuro: dall’aumento di tutte le pensioni a mille euro al piano per la messa a dimora di un milione di alberi all’anno. «Nel nostro programma c’è l’aumento delle pensioni, tutte le nostre pensioni, ad almeno 1000 euro al mese per 13 mensilità — spiega il leader di Forza Italia al Tg5 — , c’è la pensione alle nostre mamme che sono le persone che hanno lavorato di più alla sera, al sabato, alla domenica, nei periodi delle ferie e che hanno diritto di avere una vecchiaia serena e dignitosa e poi c’è l’impegno a mettere a dimora, a piantare ogni anno almeno un milione di alberi su tutto il territorio Nazionale».
«Il nostro è un programma semplice, sono 8 punti fondamentali per far ripartire l’Italia e per alleviare le difficoltà e le sofferenze degli italiani — aggiunge — Ve li leggo: meno tasse, meno burocrazia, meno processi, più sicurezza, per i giovani, per gli anziani, per l’ambiente e poi la nostra politica estera. È un programma che si basa sulla nostra tradizionale lotta alle tre oppressioni, l’oppressione fiscale, l’oppressione burocratica l’oppressione giudiziaria e che è molto attento ai più deboli, agli anziani, ai malati ed è anche molto attento all’ambiente, che è un tema che diventa sempre più importante». Berlusconi sta già pensando anche al futuro governo. Le nostre liste saranno fatte come sempre di donne e di uomini di alto profilo, che hanno dimostrato con i fatti, nel lavoro, nello studio, nell’impegno sociale, di saper lavorare con competenza e con onestà, realizzando i traguardi che si erano dati e mantenendo gli impegni e le promesse che avevano fatto. Credo siano virtù importanti anche – anzi soprattutto – in politica». Alla domanda se abbia già in mente qualche nome per la squadra di governo, Berlusconi chiarisce: «Naturalmente sì, ma se le dicessi qualche nome metterei in imbarazzo persone che stanno ancora riflettendo».
Il presidente di Forza Italia torna poi sulla fine del governo Draghi per puntualizzare. «Più che sorpreso, sono amareggiato. Purtroppo è prevalsa la volontà del Pd di strumentalizzare Draghi a fini elettorali. Ma noi abbiamo la coscienza a posto. Del resto non abbiamo mai votato contro Draghi, non gli abbiamo mai negato la fiducia, semplicemente i nostri senatori non hanno partecipato ad una votazione senza senso, su un documento – quello presentato dal sen. Casini – che non diceva nulla e che lasciava tutto com’era, quando era stato lo stesso Draghi il primo, a chiedere, fino a quel momento, un forte cambio di passo. Detto questo, ogni allarmismo è davvero strumentale e andare alle elezioni a settembre non è una tragedia. Forse questo non è il momento più opportuno per farle, ma le elezioni non sono una patologia, sono l’essenza del sistema democratico, della democrazia. E dopo molti anni gli italiani potranno finalmente scegliere da chi vogliono essere governati. Perché l’ultimo governo eletto dagli italiani è stato il mio governo eletto nel 2008».