Bonafede, Fico, Taverna… Chi paga la mossa di Grillo sul tetto ai due mandati per M5S Leave a comment


Il limite del doppio mandato, il taglio dei parlamentari e la prospettiva di un consenso ridotto: sono gli ostacoli che si frappongono tra gli esponenti del M5s e la conquista di uno scranno alle prossime elezioni. Lo stop al terzo incarico è stato confermato con ancora maggiore forza da Beppe Grillo, mettendo in crisi una folta schiera di big pentastellati.

Con il video pubblicato sul suo Blog, Beppe Grillo ribadisce la sua posizione sul doppio mandato: nessuna deroga, il vincolo per il garante del Movimento 5 stelle è “la luce in questa tenebra incredibile”. Così una buona percentuale di deputati e senatori M5s rischia di concludere qui la carriera parlamentare. Ecco chi sono.

Tra questi c’è Roberto Fico. Il presidente uscente della Camera fa parte del gruppo di big sul quale potrebbe presto abbattersi la “mannaia” del secondo mandato. Con lui anche il presidente della commissione Affari costituzionali della Camera, Giuseppe Brescia, l’ex guardasigilli Alfonso Bonafede, l’ex ministra della Sanità nel governo gialloverde, Giulia Grillo, l’ex titolare delle Infrastrutture nello stesso esecutivo, Danilo Toninelli ma pure l’ex sottosegretario alla presidenza del consiglio Riccardo Fraccaro e Vito Crimi.

Nella lista anche le ex presidenti della commissione giustizia Giulia Sarti e Francesca Businarolo o l’attuale presidente della commissione Affari sociali, Marialucia Lorefice. Al contrario i cinque vicepresidenti scelti da Conte per farsi aiutare nella guida del Movimento sono quasi tutti in grado di ricandidarsi senza deroghe: l’unica al secondo mandato, infatti, è la senatrice Paola Taverna, mentre Riccardo RicciardiMario Turco e Michele Gubitosa sono alla prima esperienza in Parlamento. La viceministra al Mise, Alessandra Todde, invece, ha davanti a sé addirittura due mandati avendo fallito l’elezione all’Europarlamento nel 2019.

Ci sono poi posizioni ibride. Come quella di Stefano Buffagni che è alla prima legislatura a Roma ma in precedenza è stato eletto in consiglio regionale. Anni che sulla carta prefigurano un secondo mandato, visto che quello in Regione non viene considerato all’interno del “mandato zero“: è una novità introdotta dai 5 stelle nel 2020, che consente di non contare una prima elezione nei consigli comunali nel computo totale dei due mandati.

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